
Scegliere il font per il proprio brand
Su questo stesso blog, pochi giorni fa, abbiamo parlato della brand identity, e quindi degli elementi che costituiscono l’identità di un marchio. Tra questi abbiamo citato anche i colori, le forme e le linee che ritroviamo nel logo aziendale, nonché in tutte le comunicazioni verso l’esterno dell’azienda: affinché tutti questi messaggi siano immediatamente riconoscibili come messaggi del brand, devono avere colori, stili e forme simili, come avviene per esempio da sempre nelle comunicazioni Coca-Cola. Non basta concentrarsi sui colori: è necessario pensare anche ai font, ovvero al tipo di carattere. E va detto che no è sufficiente pensare allo stile o all’immagine dei vari font. No, perché quelli “classici” vengono usati da tantissimo tempo, e hanno quindi una storia alle loro spalle, che potrebbe essere in contrasto con lo spirito del brand. Meglio non usare quindi i font abusati, come il Comic Sans, il Bodoni, il Gotham o il Times New Roman, tanto per citarne alcuni. Ma questo è solamente il primo consiglio: vediamo qualche altra dritta per scegliere il font per il proprio brand!
Al massimo tre font
Sul logo, sullo slogan, sull’homepage del sito web, nelle newsletter, sulle brochure, sugli striscioni pubblicitari, sui rollup in fiera: ci sono tanti canali con cui un brand comunica, e lo stile deve essere sempre coerente, riconoscibile. Ma non bisogna nemmeno sprofondare nella monotonia. Pensiamo per esempio a un manifesto pubblicitario, o a una newsletter: ci dovranno essere un titolo e un testo leggermente più lungo, stampato più in piccolo. Per dare un po’ di movimento sarà bene usare due font diversi, per arrivare eventualmente a un massimo di tre font, per non creare confusione. Nel momento in cui si sceglie il font per un brand, quindi, non basta scegliere un tipo di carattere: è ben scegliere una combinazione efficace tra due o tre font diversi, coerenti con il proprio stile.
Serif o sans serif
Il mondo dei font si divide in due grandi gruppi. Da una parte ci sono i font con le grazie – i cosiddetti font serif – che presentano dei caratteri con delle estremità “decorate” con degli allungamenti ortogonali detti per l’appunto “grazie”. E dall’altra ci sono i font senza grazie – i sans serif – che sono più semplici, senza allungamenti. I serif sono in genere più eleganti, nonché più leggibili, grazie a una maggiore definizione data dalle grazie, e non è un caso se sono utilizzati praticamente dagli albori della stampa. Il web, invece, preferisce i più semplici san serif, che sullo schermo risultano leggermente più leggibili (fa eccezione il font Georgia, serif ma pensato appositamente per avere una buona leggibilità anche sugli schermi). Minimal e moderni, i font serif garantiscono un aspetto più pulito. Ci sono poi i caratteri più calligrafici, che si prestano a loghi, ma che non dovrebbero essere usati nel caso di testi più lunghi di qualche parola.

No troppo trendy, no difficili
La scelta dei font da utilizzare deve essere fatta in modo razionale. Meglio evitare font troppo difficili da leggere o difficili da stampare sui diversi supporti; meglio inoltre scartare font “di moda”, che potrebbero risultare trendy oggi e noiosi domani.