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La tua azienda vende all’estero? I colori a cui stare attenti

In un mondo sempre più globalizzato, il numero di aziende italiane che vendono all’estero è sempre più alto. Parliamo quindi di aziende che esportano i propri prodotti oltre confine, spesso al di fuori del continente. Il caso tipico è quello del settore alimentare, forte della grande popolarità del cibo italiano. Ma lo stesso accade per il settore enologico, per il settore del tessile, delle calzature e via dicendo Quando un’azienda decide di internazionalizzarsi, e quindi di rivolgersi anche a un pubblico estero, ha tutto l’interesse nello studiare quali sono le particolarità dei nuovi mercati: quali sono le norme vigenti riguardo al commercio di quei prodotti specifici? Quali sono le esigenze del pubblico? Quali sono i concorrenti già presenti? Quante persone o imprese possono essere potenzialmente disposte a rivolgersi verso i propri prodotti o servizi? Ma attenzione, non è tutto qui: quando si esce dall’Europa è bene ricordarsi che si possono affrontare culture estremamente diverse. E questo, quando si parla di colori, è estremamente vero e importante. Pensiamo al logo della propria azienda, pensiamo al materiale pubblicitario come gli striscioni, le insegne e via dicendo: non è affatto detto che i colori all’estero abbiano il medesimo significato che hanno in Italia. Anzi, molto spesso – soprattutto quando si guarda all’Oriente – i vari colori sono associati a emozioni, occasioni ed eventi totalmente diversi. Ecco quindi i colori a cui stare attenti nel momento dell’internazionalizzazione del brand, per agire di conseguenza.

I colori a cui stare attenti quando si esporta il proprio marchio

Tra i colori più utilizzati a livello grafico, per loghi e non solo, è il rosso. Non c’è da stupirsi: in Europa come nel Nord America, e quindi nella società occidentale, il rosso è associato alla passione, all’amore, all’energia, alla potenza. Ma non è così ovunque: in Cina il rosso è il colore del buon augurio, in India è il colore della purezza, e in certe culture sudamericane è invece il colore del lutto. Meglio tenerlo in considerazione quando si guarda a questi mercati.

Una cosa del tutto simile accade con il blu, un colore utilizzatissimo dai brand europei e statunitensi attivi nel mondo della finanza, delle assicurazioni e della sanità. Il blu è infatti un colore che ispira fiducia. Ma altrove le cose stanno diversamente: in Turchia per esempio il blu è il colore associato alla morte, in Iran viene associato alla spiritualità e al lutto, in Cina persino alla sfortuna. Si capisce quindi che una compagnia assicurativa potrebbe perdere potere a livello emotivo scegliendo questo colore per il mercato cinese.

Da noi il bianco è il colore della purezza, della pulizia. Sembra strano, ma in alcuni paesi africani, come del resto in Cina, questo colore è associato al lutto, il che non è molto distante dal pensiero indiano, secondo il quale il bianco è il colore della tristezza.

E che dire del nero, che in Italia viene spesso utilizzato nel caso di marchi che vogliono sottolineare eleganza ed esclusività? Ebbene, in Cina il nero è un colore associato alla gioventù, mentre in Australia, in divese popolazione indigene, è invece associato al popolo. Il significato tende quindi a essere contrario.

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