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Calcolare le tasse sulle insegne commerciali

Abbiamo visto nelle settimane scorse quali sono le principali tipologie di insegne per negozi, facendo distinzione tra insegne luminose e insegne non luminose, nonché tra insegne piane e insegne tridimensionali. Oggi vogliamo parlare nuovamente delle insegne commerciali, concentrandoci però sul lato burocratico, o meglio, fiscale dell’argomento. Qui parleremo infatti delle tasse sulle insegne commerciali, per capire quando queste sono dovute e quando, invece, è possibile installare un’insegna all’esterno del proprio punto di vendita senza dover pagare alcunché al proprio comune. 

Le tasse sulle insegne commerciali: dipende anche dal comune

Esistono delle regole nazionali per quanto riguarda la tipologia, l’installazione e le tasse sulle insegne commerciali., a partire dal decreto legislativo 507 del 1993 che legifera in materia di pubblicità. Va però detto che i singoli Comuni hanno dei margini di libertà in questo campo, con differenze anche importanti tra un’amministrazione e l’altra. Ciò che è possibile fare in un Comune, insomma, potrebbe non essere fattibile nel Comune vicino. Ci sono per esempio delle amministrazioni che vietano del tutto determinati tipi di pubblicità, e delle amministrazioni che calcolano in modo differente le imposte, a partire anche da eventuali agevolazioni fiscali per l’avvio di attività commerciali, e via dicendo. A livello nazionale vale infatti la regola per cui “il Comune è tenuto ad adottare un apposito regolamento per l’applicazione dell’imposta sulla pubblicità e per l’effettuazione del servizio delle pubbliche affissioni”.

Le tasse sulle insegne commerciali: quando sono dovute

La normativa di riferimento per quanto riguarda le attuali tasse sulle insegne commerciali è la Legge 24 Aprile 2002 n.75 Articolo 2-bis, la quale afferma “Si definisce insegna di esercizio la scritta che abbia la funzione di indicare al pubblico il luogo di svolgimento dell’attività economica”. Sempre qui si trovano i criteri in base ai quali un commerciante deve o meno pagare le tasse sulla propria insegna pubblicitaria. Di base, tutte le insegne commerciali devono essere considerate come strumenti pubblicitari, e in quanto tali tassate. C’è però un’esenzione per tutte le insegne commerciali con una dimensione totale inferiore ai 5 metri quadrati. 


Come si può intuire, quindi, sono solamente le insegne commerciali più grandi – pensiamo ai grandi magazzini, ai supermercati e via dicendo – a comportare il pagamento di una tassa. L’attività del centro storico difficilmente potrà avere un’insegna di queste dimensioni, essendo dunque esentata dal pagamento dell’imposta. Per il calcolo della superficie dell’insegna, in ogni caso, va preso in considerazione l’insieme dell’insegna: gli spazi vuoti tra i vari elementi e le cornici devono quindi essere conteggiati. 

Dai 5 metri quadrati in poi invece la tassa è generalmente dovuta: l’importo è deciso in ogni caso a livello del singolo Comune. Una volta superati i 5 metri di superficie, l’imposta è dovuta su tutta la superficie (e non solamente sullo spazio eccedente i 5 metri: su un insegna di 8 metri quadrati si dovrà calcolare l’imposta su 8 metri, e non solo sui 3 metri eccedenti). Nel caso di doppia insegna si terrà sempre e in ogni caso in considerazione la superficie del singolo strumento pubblicitario.  Per esempio, un’attività che presenta due insegne da 3 metri quadrati l’una, non dovrà pagare alcuna tassa. 

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